26 aprile 2021 è il 35° anniversario della catastrofe nucleare di Chernobyl una catastrofe ecologica che ha colpito tutto il Pianeta ed in maniera particolare la Bielorussia dove Il 70 % del territorio è stato contaminato dalle radiazioni. Il progetto Vivere è dedicato alla Bielorussia, e contiene le opere di due artisti internazionali che, ciascuno partendo dalla sua esperienza artistica, hanno fotografato la vita dopo Cernobyl e la forza della rinascita che nessuna distruzione può impedire
Marina Batsiukova – fotografa, curatrice, vicepresidente dell’unione fotografi della Repubblica Belarus. Nata e lavora a Minsk (Bielorussia). Ha iniziato la sua carriera come fotografa presso i laboratori creativi dell’Accademia delle belle arti a Minsk. Le opere sono state esposte in mostre personali e collettive in Bielorussia, Slovacchia, Lituania, Repubblica Ceca, Russia, Ucraina, Azerbaijan, Georgia, Armenia, Israele. I temi principali nella sua ricerca fotografica sono: lo stato psicologico dell’individuo;i suoi rapporti con l’ambiente e il comportamento umano nella società.
Paolo Laddomada fotografo, operatore video-fotografico e video-subacqueo, socio fondatore della onlus “Sport Around the World”. Nato a Napoli nel 1963, vive a Pesaro dal 2004. Partecipa alla realizzazione di alcune puntate di “ Linea Blu “ (Capri, isola di Ponza, Sorrento ) per RAI e “Scherzi a parte” per Mediaset. E’ il fotografo ufficiale del documentario itinerante “In viaggio per un sorriso – tour Spagna “, di Andrea Lodovichetti e Nicola Nicoletti. In occasione di un viaggio- missione, firma la parte fotografica per il documentario “Sport Around the World – Missione Rwanda”, documentario che si aggiudica la “ Menzione D’Onore Sport & Society “ allo Sport Movie e TV –Milano International FICTS Fest nel 2014 e il “Premio Pindaro” all’ Overtime Sport Film Festival nel 2015. Foto reportage “Contrasti Radioattivi”,“African soul” e progetto multimediale “Attraversando il Rwanda” partecipa a varie mostre e festival internazionali in Italia e Bielorussia.
“Il mondo parallelo” di Paolo Laddomada è un confronto figurativo tra un mondo umano e quello abbandonato dopo il Chernobyl. Un mondo umano che si rinnova continuamente e si riempie di nuove forme, colori e passioni. Invece il mondo “abbandonato” rappresenta decadenza e alla fine la distruzione totale. Senza uomo, senza la sua voglia di vivere, senza la sua creatività il mondo perde il proprio senso.
Paolo Laddomada: “La mia prima volta in Bielorussia è stato nel giugno del 2016, a Minsk per 4 giorni. Tutto mi è piaciuto subito, le persone e la città, la grandezza dei suoi edifici , ho avuto l’impressione di una città proiettata nel futuro.
Ma poi le persone, oramai carissimi amici, mi hanno ricordato della tragedia di Chernobyl, del disastro che ha portato in Bielorussia in particolare nel sud est della nazione, nella regione di Gomel. Pertanto la mia voglia di documentare attraverso la fotografia ha preso il sopravvento e quindi ho deciso di ritornare per vedere di persona cosa Chernobyl aveva causato a questa terra e la sua gente”.
Le strade
Le costruzioni
Le finestre
Di corsa
Le scarpe
Il panorama
I segni stradali
Il cielo
Ogni fotografo ha la sua maniera particolare. Marina rappresenta la tradizione levigata dal tempo.
Marina Batsiukova:
“La fotocamera mi aiuta a catturare il mondo originale delle tradizioni mischiato con la pacchiana quotidianità del villaggio.
Le fotografie ci mostrano nello stesso tempo gli abiti rituali centenari e scalcagnati sandali di plastica cinesi. La globalizzazione arriva in questo villaggio e passando attraverso il filtro della vita locale, diventa del tutto speciale, autentica.
Donne di età differente arrivano cantando da tutte le parti del villaggio l’una verso l’altra.
Camminano lasciano tutte le loro preoccupazioni quotidiane, con passo sicuro, tenendosi sottobraccio e cantando le vecchie canzoni, le stesse che cantavano le loro madri, nonne e bisnonne.
Volevo trasmettere tutta questa forza. Ho scelto lo scorcio dal basso mi sono sdraiata sull’asfalto per scattare i loro passi.”
Quanti sforzi consumati, non sono più giovani, hanno le mani affaticate, con la infinita lista delle preoccupazioni, però quando arriva il momento loro aprono i bauli, indossano gli abiti tradizionali, e camminano, cantano le loro canzoni, fanno il girotondo.
Mi viene in mente il ricordo delle eroine che stavano raccogliendo amuleti sul campo o mostrandomi il loro ricamo: “Questa è Svetlana, fa la contabile”, “E questa è la nonna Ania, lei è una straordinaria abile lavoratrice, ha ricamato ornamento per la mia camicia con le sue mani…” Queste foto non è una messa in posa o in scena ma fanno una parte importante della vita.
“Sono stata nelle loro case, ho visto le loro “iconostasi” casalinghe, avvolte negli asciugamani ricamati, dove insieme alle icone ci sono figli, nipoti, parenti. Nella stanza più grande c’e’ un telaio. Qui si intreccia tutto: la fede, l’amore, la felicità e la quotidianità.”
Non sono una etnografa, o specialista del folklore, non pretendo di avere la verità scientifica. Ma tutto è stato scattato così come accadeva veramente per strada o in campo. Ho usato il metodo reportage, nessuno ha posato per me neanche per un solo secondo. Il mio compito era di creare un progetto moderno della fotografia sociale indirizzato per sviluppare l’interesse per i propri radici.”
Paolo cattura dei momenti spontanei del presente. Una combinazione del raffinato e accidentale permette di conoscere il paese in maniera più profonda.
Paolo Laddomada:
“Ci sono tornato per altri tre anni fino al blocco dovuto al COVID 19, ma ho ancora voglia di ritornare e finire il mio racconto.
Ho visitato tutta la regione di Gomel attraversando i cosiddetti villaggi fantasma avendo modo di constatare un abbandono totale, edifici , strade distrutte ma soprattutto persone, poche, che non hanno avuto la possibilità ne la volontà di andare via come la mia “ Nonna Lidia” che in un villaggio completamente distrutto e lasciato a se stesso viveva ancora nella sua casa ad 86 anni da sola senza ne luce ne acqua, una donna dalla forza incredibile. Ricordo le sue parole quando sono andato via “grazie di essere passato di qua”.
Ricordo di Andrei, un vigile del fuoco che lavorava in Germania e che dopo la tragedia è rientrato in Bielorussia per aiutare la sua gente, da lui ho avuto racconti e ho visitato la maggior parte dei villaggi fantasma dove le case venivano abbattute e poi bruciate ed i resti portati nel cosiddetto cimitero delle case finché è stato possibile.
Infine nell’ultimo anno ho visitato il villaggio di Dubovy Log, il villaggio che un giornalista italiano ha definito “il villaggio dove si muore ogni giorno“ dove fino a qualche anno fa era vietato entrare data la sua vicinanza a Pripyat.
Qui mi ha accolto Tamara, un’insegnante in pensione conosciuta lì al momento, sul posto.
Donna fiera e molto legata al suo villaggio, le sue parole dopo avermi fatto fare un lungo cammino attraverso il villaggio e fattomi vedere come chi è rimasto abbia creato una nuova vita, di rassegnazione ma anche di speranza, le sue parole: Sono tutti andati via in tantissimi e sono tutti morti, noi, pochi rimasti, siamo ancora qui.
La grande forza del popolo bielorusso, terra dove una natura potente e immortale, ha preso il posto delle case, delle strade quasi a voler coprire ciò che l’uomo ha distrutto”.
Le donne bielorusse: sagge, compassionevoli, forti, toste. Si adattano ai cambiamenti e circostanze ma rimangono fedeli ai loro radici e alla loro terra. Amano le piccole cose. Alla domanda:“Come andare avanti”? Rispondono semplicemente: “Vivere!”
Marina Batsiukova
coautrice del progetto fotografico, vicepresidente dell’unione fotografi della Repubblica Belarus.
Minsk, Belarus,
https://www.facebook.com/raw.only
Wikipedia Марина Геннадьевна Батюкова
https://www.tvr.by/upload/video/05_(234).mp4
Paolo Laddomada
coautore del progetto fotografico, fotografo, operatore video-fotografico e video subacqueo , socio fondatore della onlus “Sport Around the World”.
Pesaro, Italia
https://www.facebook.com/paolo.laddomada.5
https://www.facebook.com/216324985121326/posts/3616802221740235/
https://youtu.be/ZvsNg2OoklM
Lidziya Yaromenka
autrice dell’idea curatrice del progetto fotografico, architetta, dottoressa in architettura,
Roma, Italia www.pottosina.com
Olga Skrebnevskaia
curatrice del progetto fotografico, interprete , guida,
Art direttrice presso centro di cultura italiana “Universo Italiano”
Minsk,Belarus
Angelo De Stradis
Coordinatore culturale di Salagnini Roma Italy
www.salgnini.it
Fb Salagnini